Racconta di un potente uomo politico, con le mani in pasta in molti affari più o meno leciti, che nel cinismo di uomo corrotto, aveva conservato una grande fede nel sacrario e nella purezza della famiglia. Il protagonista è chiamato a combattere su due fronti: la salute e il tentativo dei suoi “amici” di partito di eliminarlo. Caustica e tagliente, divertente e acuta, la commedia trasporta lo spettatore
nella casa di un potente politico alle prese con una fase particolarmente complessa della sua carriera; da qui lo
scatenarsi, attorno alla sua poltrona, di un grottesco tiro alla fune tra personaggi intriganti e maneggioni, ciascuno intenzionato ad approfittare al meglio della situazione per agevolare gli interessi dei quali è rappresentante. A questo scenario, facilmente ricollegabile ad un certo sistema politico di qualche anno fa, si affianca quello più personale del senatore, alle prese con un delicatissimo problema familiare. Anche in questo caso la penna di Lunari
è intinta nel vetriolo, mettendo in luce, tra le risate e il divertimento, un certo senso fragile e superficiale di
famiglia, vissuta solo come apparenza anziché come rete di sentimenti, rispetto e aiuto reciproco. Una commedia
terribilmente vera, con scoppiettanti ironiche battute - una denuncia ad una certa classe politica e alle ipocrisie
della famiglia, che acquista, con la riscrittura in lingua veneta, immediatezza e spontaneità.